Tutti noi, almeno una volta nella vita, si siamo chiesti cosa ci sia dopo la morte. Trovare una risposta ovvia e concreta non è possibile anche perché l’unico dato reale è che chi ‘va via’ non torna più. E a tal proposito sono numerosissime le correnti che si scontrano infatti troviamo da un lato i sostenitori del nulla oltre la vita terrena e dall’altro coloro che affermano l’esistenza che vada oltre a quella che viviamo.
Ma tra queste due correnti se ne pone una intermedia che può tranquillamente essere reincarnata alla perfezione nella narrazione della biga alata: il lontano Platone, infatti, sosteneva un’altra vita dopo la vita da vivere, comunque, sempre sulla terra.
Spiegato così il concetto può apparire un po’ confusionario e privo di qualsivoglia ragionamento ma se andassimo a leggere quanto lasciatoci da Platone qualche dubbio lo avremmo anche noi.
Il ruolo dell’anima nella reincarnazione
Il mito della biga alata (o per molti il mito del carro e dell’auriga) è tratto dal Fedro di Platone e serve per spiegare quella teorica platonica secondo la quale l’anima trasmigra da un corpo all’altro prendendo ‘in mano’ la parte carnale.
Il testo narra di una biga sulla quale vi è un auriga che non fa altro che personificare la parte intellettiva e quindi estremamente razionale dell’anima. Questa biga viene trainata da due cavalli di colori differenti (uno bianco e uno nero) con evidenti peculiarità: il primo reincarna la parte dell’anima spirituale e si dirige inesorabilmente verso il mondo delle idee mentre il secondo rinnega tale mondo e opta per quello sensibile.
Il ruolo dell’auriga, che quindi non fa altro che raffigurare la ragione, è quello di guidare i due cavalli il più lontano possibile. Con che scopo?
La domanda sorge spontanea e la risposta non è affatto scontata: la direzione finale è l’iperuranio ovvero quel luogo metafisico dove risiedono tutte le idee. Raggiunto tale luogo il viaggio dell’anima può ritenersi finito e una volta ‘caduta’ dal carro si reincarna in uomini quali filosofi e scienziati.
Dalla morte filosofica a quella reale
Ovviamente il tema della morte, come narrato precedentemente, offre tanti spunti di riflessione. Spunti che ovviamente vengono meno quando ci troviamo dinanzi a situazioni del genere, ovvero di dover affrontare un lutto.
Sappiamo bene che elaborare lo stesso è tutt’altro che semplice ma il dato di fatto oggettivo è quello che bisogna farsi forza: per quanto possa tornare utile noi vi consigliamo parlando di onoranze funebri a Roma i consigli e le parole di Cattolica San Lorenzo che ormai da tantissimo tempo opera sul territorio capitolino.